Giuria Internazionale – IDENTITY
composta da Vladan Radovic, Francesco Costabile e Valeria Perdonò

Primo Premio

Heading South di Yuan Yuan (Cina, USA)

Splendido spaccato di un mondo lontano. Racconto intenso, drammatico ma anche delicato nel descriveredue realtà inconciliabili (quella rurale e quella urbana) ed entrambe faticose.

Straordinaria l’interpretazione della protagonista che ci racconta attraverso i suoi silenzi, come spesso i bambini siano vittime di scelte altrui e i loro sentimenti non vengano compresi dal mondo degli adulti.

menzione a

Warsha di Dania Bdeir (Libano, Francia)

Per la capacità di far sentire il vuoto, la sospensione, il senso di vertigine di chi vive la propria quotidianità lontano dalla bellezza e dal desiderio di esprimere se stessi. Grazie a un raffinato lavoro sul suono e sul linguaggio, grazie a un ritmo di suspence continua, Warsha sorprende e ribalta le aspettative sia stilistiche che tematiche.

Un inno alla libertà, alla rottura degli schemi, alle identità multiple che spesso la società ci impone di nascondere o adeguare a determinati canoni di genere.

PREMIO GIURIA POPOLARE

Votamos di Santiago Requejo (Spagna)

Premio SNCCI – Spazio Libero

Votamos di Santiago Requejo (Spagna)

Il premio per il miglior cortometraggio al Reggio Film Festival 2022, attribuito dalla giuria del SNCCI del gruppo Emilia-Romagna e Marche, costituita da Paola Olivieri, Gianluca Stanzani e Marco Zambelli, nell’ambito della sezione “Spazio libero”, viene assegnato a “Votamos” del regista spagnolo Santiago Requejo. La riunione di un piccolo condominio è l’occasione per far emergere le piccole ipocrisie della società odierna, dove la bontà forse prevale nelle opinioni, mentre nella vita reale pregiudizi ed egoismi si impongono. Girato in un unico, sapiente, coinvolgente piano sequenza, impreziosito dalle raffinate immagini sulle quali scorrono i titoli di coda, sorretto da un’ottima compagnia di attori, l’opera invita, con emozione e partecipazione, ad interrogarsi sulla complessità dello stigma.

menzione a

Ficciones di Teo Planell Martine, Alejandra Kikidis Román (Spagna)

Menzione speciale della giuria a “Ficciones” degli spagnoli Teo Planell Martine e Alejandra Kikidis Román, nella doppia veste anche di interpreti della loro opera. Il cortometraggio precipita lo spettatore in una landa immaginaria nella quale, tra stupore, sorpresa e solitudine, scoppia un breve incantamento amoroso ad aprire l’indispensabile mondo delle illusioni. Sognare e poi solo sognare! Sembra essere questo l’unico antidoto alla vacuità dell’esistenza per i nostri protagonisti, salvati miracolosamente dalla magia del cinema che rovescia e illumina il loro presente.

Premio FEDIC

Le Pompon di David Hourrègue (Francia)

Il Premio FEDIC va a a Le Pompon di David Hourrègue per essere riuscito, con ironia e comicità, a mettere in luce l’uso dei figli come nostra proiezione. Di noi stessi ma soprattutto di quello che vorremmo essere.

Menzione speciale a

Les Grandes Claques di Annie St-Pierre (Canada)

Premio Sound

Assegnato al cortometraggio che si distingue per un uso particolarmente originale ed espressivo del suono, sia esso musica, parola o rumore. In collaborazione con RCF.

Cuckoo di Jörgen Scholtens (Olanda)

Premio Laicità

Trumpets in the Sky di Rakan Mayasi (Palestine, Lebanon, France, Belgium)

Dalle grida dei giochi alle urla della coercizione e al silenzio del matrimonio forzato: decidono i soldi e le leggi del patriarcato feroce sul corpo delle donne. Senza bisogno di parole, in pochi minuti Rakan Mayasi riesce a rappresentare i sentimenti della paura e dell’isolamento della giovane Boushra, verso cui chi guarda non può che provare empatia, contrapponendoli alla gioia – tutta al maschile – della comunità per la celebrazione del matrimonio, in un’allegria che è a tratti fin troppo fastidiosa agli occhi di chi guarda e conosce il disagio della ragazza.

Un cortometraggio che lascia il segno e che, soprattutto, non lascia indifferenti.

Menzione a

Figlie delle Stelle di Edoardo Smerilli (Italia)

Premio UNIMORE

Dans La Nature di Marcel Barelli (Svizzera)

La giuria studentesca di UNIMORE, composta di studenti e studentesse della laurea triennale in Scienze della Comunicazione del Dipartimento di Comunicazione ed Economia (corso di Semiotica del cinema e dei media del prof. Dusi), assegna il PRIMO PREMIO a DANS LA NATURE di Marcel Barelli (2021, Svizzera).
“Dans la nature” è un cortometraggio che, con la sua semplicità, precisione e allegria è in grado di affrontare uno dei temi più discussi al giorno d’oggi in tutte le società, l’omosessualità in natura.
Esso infatti mostra in maniera del tutto efficace e persuasiva, grazie ad animazioni vivaci, come non esista una identità predefinita, precisa e uguale per tutti, ma, al contrario in natura possiamo avere a che fare con una quantità vastissima di specie animali che si accoppiano in modo del tutto originale e particolare.
Il fatto che la voce narrante sia quella di un/una bambino/a, che comprende e approva questa diversità, e che il corto sia sotto forma di cartone animato, esalta la semplicità e la portata comunicativa, per grandi e piccoli. Il messaggio è chiaro: la bellezza della diversità in natura e il sapere che ogni vivente è diverso dagli altri, dotato di una propria unicità e specificità, con il diritto di manifestare la propria identità e libertà personale senza doversi preoccupare di essere emarginato o discriminato.
L’amore infatti non è mai un’espressione della violenza, ma una forma di pace (con se stessi e con gli altri).

Secondo posto:

Warsha di Dania Bdeir (2022, Libano-Francia)

Warsha mostra oppressione e libertà di un’individualità LGBT in Medio Oriente.
È infatti un originale racconto per parlare di identità, comprendere il percepirsi come diversi e quanto sia pericoloso, ma gratificante, essere veritieri con sé stessi.
Attinente con il tema della corrente edizione del Festival, il cortometraggio espone in modo efficace uno spaccato di quotidianità di una persona queer, calata in un contesto sociale evidentemente antitetico e oppressivo nei confronti della libera autodeterminazione.
Ma il corto ci comunica che siamo anche noi stessi artefici della nostra realtà. L’identità di Warsha può esplicitarsi in un musical onirico, costruito partendo dalla sublimazione di una propria fantasia.
Solo cosi, lontano dalle discriminazioni, il protagonista riesce a trovare la propria libertà.

Premio USAC

Assegnato da una giuria composta da studenti americani che seguono il corso USAC (University Studies Abroad Consortium) di Reggio Emilia.

Natsvaermer di Anders Walter (Danimarca)

Il tema del contrasto di aspettative tra genitori e i figli trattato nel film dà vita a una storia universalmente riconoscibile. La rappresentazione della complessa relazione tossica tra il protagonista e il padre viene trattata e svelata con grande delicatezza. 
Lo sviluppo dei personaggi è molto curato ed efficace: le loro motivazioni e traumi sono presentati attraverso un ritmo rapido che tiene alta l’attenzione dello spettatore. 
Significativo è anche l’utilizzo del tema della falena, la cui bruciante ricerca della luce simboleggia il dolore della decisione del protagonista di cambiare vita. La narrazione si è conclusa in maniera soddisfacente, portando il protagonista ad allontanarsi dalla carriera di pilota di auto da corsa e di rimando, a voltare le spalle alle aspettative del padre. 

Premio Chierici

Assegnato da una giuria composta da studenti del Liceo Artistico Statale “Gaetano Chierici”

Lady Brently’s End di Sam Baron (Gran Bretagna)

per aver trattato temi attuali utilizzando con sapienza l’artificio di un’ambientazione del passato.

Premio Leonardo

Assegnato da una giuria composta da studenti della Scuola Secondaria “Leonardo Da Vinci”

Ice Merchants di João Gonzalez (Portogallo)

Le classi 3D, 3C e 3E hanno votato come miglior corto “Ice Merchants”, per diverse ragioni: la particolarità dell’animazione; il fatto che rispecchia la realtà e ci rivediamo nel video; e non essendoci un dialogo tra i personaggi è di facile comprensione, intuitivo e alla portata di tutti. Al secondo e al terzo posto abbiamo classificato “Le PonPon” e “Le Grandes Claques”. “Le ponpon” pur avendo un significato comico riesce a mostrare le differenze sociali e la vita complicata di alcune famiglie mono genitoriali. Al contrario “Le Grandes Claques” è una narrazione più drammatica che mette in gioco la profonda empatia della figlia nei confronti del padre. Tutti e tre i film descrivono una difficoltà familiare che ricade sui figli, quindi su di noi.

Premio Estasia

The Last Ferry from Grass Island di Linhan Zhang (Hong Kong, USA)

Come sempre accade nel nostro cineclub i giudizi si sono spaccati. A spuntarla non è stato il film più polarizzante, bensì quello che, pur nell’essenzialità della sua trama, ha saputo raccogliere ed interpretare al meglio una serie di tropes cari al noir orientale. Un’operazione di cui appare consapevole, per via di riferimenti anche espliciti alla produzione cinematografica di altri paesi dell’area asiatica, a cui appare fortemente debitore, e il cui finale criptico, per certi versi definitivo e per altri completamente aperto, riesce con successo a dipingere nella mente dello spettatore un universo narrativo misterioso e affascinante, riuscendo a sfruttare al massimo le limitazioni del medium cortometraggio.
Insomma: lo staff di EstAsia e del Cineclub Peyote assegna la menzione speciale al miglior corto asiatico a The Last Ferry From Grass Island, di Linhan Zhang.

Premio Alessandra Mizzi

assegnato da AIMA, Associazione Italiana Malattia di Alzheimer Reggio Emilia

La Butaca de la Puta di Mar Navarro (Spagna)

Come giurati non è stato facile riuscire a eleggere il corto vincitore; tutti mettevano in luce aspetti della malattia, della persona con demenza e dei caregiver,  trattati con veridicità e sensibilità.

Abbiamo scelto quello che crediamo rispecchi maggiormente l’impegno profuso da Sandra e il messaggio di fondo del suo operato di quasi 25 anni, quello che crediamo avrebbe scelto lei.

Il vincitore del premio Alessandra Mizzi è lo spagnolo “La butaca de la puta” di Mar Navarro

per la capacità di mettere in luce le problematiche  del contesto famigliare che la malattia può esacerbare, ma nel quale la cura e l’amore per la madre, la necessità e volontà di tendersi la mano, di capire, di accogliere prevalgono, ravvicinando la famiglia e aprendo la strada a nuove speranze;

l’aiuto reciproco e l’unione, l’ascolto e la comprensione, l’essere in relazione, come elementi essenziali per far fronte alla malattia sono stati i pilastri del messaggio di Sandra, che ha sempre fermamente creduto nella necessità di non affrontare da soli le prove a cui siamo chiamati dalla malattia.

Il corto premiato opera  una scelta nel vasto mondo che compone il contesto di malattia, della  demenza,  e analizza quell’aspetto in modo onesto e toccante e  questo richiama quello che Sandra e Aima affermano con tenacia dal 1997 a Reggio Emilia:  l’aiuto e l’unione di cui il corto parla, non è e non deve essere esclusivo appannaggio della famiglia ; vi è un contesto ben più largo e di cui Aima fa parte assieme ai  Servizi, che può dare quel sostengo necessario per poter affrontare e vivere le sfide che la malattia pone alle persone con demenza e ai caregiver.

Premio Poliedrica

Primo Premio

Un Primo di Raffaele Zanuttini

Per l’essenziale efficacia con la quale ha elaborato il concept, mettendo in luce la complessità e le contraddizioni del concetto di identità

Secondo Classificato:

Innatus di Vanessa Zecchi e Richard Moyse

Per la capacità di utilizzare il linguaggio del documentario in un tempo inusuale, cogliendo l’autenticità del protagonista

Terzo Classificato:

Riflessioni di un Camaleonte di Mirko Bonezzi

Per la qualità del testo e dell’interpretazione.

menzione a:

Marianax di Nicole Ferriari in ragione dell’ironia con la quale riesce a trattare un tema così centrale e che deve costantemente rimanere al centro dell’attenzione di tutte e di tutti;

Io sono Giulio di Alex Cattabriga per aver affrontato in modo delicato, completo e con un tratto essenziale la tematica dell’affermazione di genere.

Premio Unimore-Poliedrica:

Marianax di Nicole Ferriari

menzioni: 

Io sono Giulio di Alex Cattabriga

Un Primo di Raffaele Zanuttini

Family Giuria Internazionale
composta da Liliana Cupido, Antje Heyn, Lorella Trancossi

ex-aequo

Luce et the rocher di Raf Schoenmaekers (Belgio, Francia, Olanda)

In Luce et le rocher un coro di voci femminili sempre più incalzante e la ritualità di piccoli gesti che ritornano uguali o variano inaspettatamente conducono con delicatezza e ironia in una storia ipnotica, la cui immagine di chiusura rappresenta un momento di pura poesia.
Un’opera sullo sguardo dell’infanzia che scevro da pregiudizi adulti può arrivare a vedere luce dentro l’alterità.

ex-aequo

Idodo di Ursula Ulmi (Svizzera, Papua Nuova Guinea, USA)

Idodo è una leggenda dal sapore esotico che racconta un’immagine del mondo e delle creature viventi come di una grande mente ecologica in cui siamo connessi gli uni agli altri.
Uno stile estremamente suggestivo, generatore di continua meraviglia in chi guarda, ci narra il piacere della trasformazione, e il legame profondo con le storie provenienti dal passato.

Family – Menzione Speciale

Fussel by Alex Berweck (Germania)

La giuria ha deciso inoltre di assegnare una menzione speciale a Fussel di Alex Berweck perché, nella brevità e semplicità di racconto, emergono un’efficacia e un ritmo impeccabili a livello narrativo. Una micro avventura dove le diversità/unicità dei personaggi convivono e si valorizzano a vicenda. Ironico, originale, immaginifico.

Family – Giuria Popolare

Fuchs für Edgar by Pauline Kortmann (Germania)